Cristo operaio

Cristo operaio
Scultura in terracotta dipinta: Cristo operaio ucciso dal consumismo 1987

Associazione Nazionale Familiari delle vittime sul lavoro

Cari amici, abbiamo deciso d'aprire una sezione dedicata

ai familiari delle vittime sul lavoro che spero sia utile a far comprendere e a sensibilizzare le persone contro questa autentica piaga sociale delle morti sul lavoro. Un grazie di Cuore a Graziella Marota che ha trovato la forza per impegnarsi in questa Associazione.

Oggi il valore assoluto in questa società è il DIO PROFITTO e non la VITA UMANA .

Andrea aveva solo 23 anni, amava la vita e il lavoro. Un ragazzo bello come il sole, calmo come il mare d’estate, d’indole fin troppo buona, aveva sempre un sorriso per tutti e cercava di aiutare i più deboli.

Andrea lavorava nello stabilimento Asoplast di Ortezzano (A.P.), azienda dell’indotto Merloni con un centinaio di operai, florida e moderna come poche, specializzata nello stampaggio di materiali in propilene, PVC e tampografia. Peccato che Andrea in quello stabilimento così moderno è morto a soli 23 anni il 20-06-2006 mentre stava lavorando alla Mag 1000, una macchina tampografica che imprime icone colorate sui frontalini di elettrodomestici, la testa colpita da due tamponi capaci di spezzargli l’osso del collo nello schianto minimo di pochi secondi. L’hanno trovato così, sgomenti, gli altri operai, in una pozza di sangue che usciva copioso da un orecchio.

Un lavoro da operaio semplice, un ragazzo senza troppi grilli per la testa, indomito suonatore di chitarra, leader del gruppo Nervous Breakdown.

Un lavoro eseguito per un misero stipendio e la sicurezza un optional; quella macchina tampografica era una macchina killer, non aveva i giusti sistemi di sicurezza e l’unico presente era stato rimosso per velocizzare la produzione.

Vengono definite “Morti Bianche” e non si capisce il perché. Queste morti hanno variegati colori: rosso, come il sangue che sgorga dalle ferite profonde,nerocome il buio e il dolore in cui piombano i familiari che restano e oro, come il denaro accumulato dagli imprenditori che giocano con la vita della classe più debole.

Queste morti non sono mai incidenti, sono frutto dell’avidità di chi rifiuta di rispettare le norme sulla sicurezza e sono frutto del disprezzo per la vita, la vita degli operai naturalmente, la vita di chi è costretto a lavorare anche 10-12 ore al giorno su di una impalcatura senza protezione o di chi deve manovrare macchinari con sistemi di sicurezza disabilitati per aumentare la produzione.

Oggi il valore assoluto in questa società è il DIO PROFITTO e non la VITA UMANA in quanto un operaio è considerato solo un numero che può essere facilmente sostituibile.

Mi hanno strappato un figlio nel fiore degli anni e per una mamma è il dolore più atroce che possa provare nella vita.

In casa ora regnano il vuoto , un silenzio assordante e, ogni tanto, guardo la porta d’ingresso sperando che si apra e Andrea torni a casa come sempre. Ma la realtà è cruda e capisci che tutto ciò non sarà mai più possibile perché quel figlio che hai tanto amato e cresciuto, se ne è andato per sempre.

Quando si prende coscienza di questo il cuore si lacera sempre di più!

Spero vivamente che questa guerra termini perché la statistica dice che muore un operaio ogni sette ore.

E’ inaccettabile che una persona parta al mattino per andare a lavorare e non faccia più ritorno a casa.

L'Inail, come ogni anno, dirama il suo Rapporto Annuale sugli infortuni e le morti sul lavoro e ,per l'anno 2010 ci comunica, che per la prima volta le morti sul lavoro sono scese a 980, quindi sotto quota mille, con un calo del 6,9% rispetto alle 1053 del 2009:quindi i commenti da più parti sono positivi….ma nessuno si rende conto che i dati sono sottostimati perché molti infortuni non vengono denunciati perché lavorano in nero e quindi non sapremmo mai il nome di questi sconosciuti…..quindi per valutare i veri dati statistici bisogna far riferimento all’Osservatorio Indipendente di Bologna dove la situazione è completamente diversa da quella che ci prospetta l’Inail.Vorrei inoltre ricordare che i nostri cari non sono numeri ma persone con i loro affetti, la voglia di vivere e soprattutto hanno una famiglia che cade nella disperazione più profonda e nessuno si preoccupa di dare un sostegno…un aiuto…si cade nel baratro più profonda della disperazione!!!

Per questi motivi, chiedo ai familiari di tutte le vittime sul lavoro di unirci e collaborare per poter dare voce ai nostri cari e per far sì che tutto questo sangue non scorra più! L’unione fa la forza quindi cerchiamo di formare questa rete on- line per poter ottenere anche dei piccoli risultati….insieme ce la possiamo fare.

Tutto ciò è possibile grazie a Carlo Soricelli che gestisce con molta dedizione l’Osservatorio Indipendente di Bologna.

Portiamo avanti questa battaglia sulla sicurezza nei luoghi di lavoro affinchè tragedie come le nostre non si ripetano più!!

Graziella Marota, mamma di Andrea Gagliardoni.

Previsioni del tempo mirate alla prevenzione di infortuni sul lavoro.

Blog di previsioni del tempo giornaliere mirate alla prevenzione di gravi infortuni sul lavoro, con il livello di rischio per ogni provincia italiana

http://prevenzionemeteo.blogspot.it/

Oltre alle normali previsioni è evidenziato il livello di rischio per i lavoratori che operano all'aperto, per chi lavora sulle strade o è in itinere

mercoledì 3 ottobre 2012

Morti sui luoghi di lavoro nei primi 9 mesi dl 2012

Dal primo gennaio ad oggi 3 ottobre sono morti SUI LUOGHI DI LAVORO 470 lavoratori ( tutti documentati). Sono oltre 930 dall'inizio dell'anno se si aggiungono i lavoratori deceduti in itinere o sulle strade. L'Osservatorio considera "morti sul lavoro" tutte le persone che perdono la vita mentre svolgono un'attività lavorativa, indipendentemente dalla loro posizione assicurativa e dalla loro età. Molte vittime non hanno nessuna assicurazione e muoiono lavorando in "nero".

I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO PER CATEGORIA.
Il 33,9% delle vittime sono in agricoltura, di queste la metà schiacciate dal trattore (85 dall'inizio dell'anno). Edilizia 28,% sul totale, in questa categoria quasi il 30% delle morti è causata da cadute dall’alto. Industria 16,1%, quest'anno quasi la metà di queste morti sono state provocate dal terremoto in Emilia. Servizi 5,8%. Autotrasporto 5,1%, Il 3% Esercito Italiano (Afghanistan). Il 2,7% nella Polizia di Stato (tutte le morte causate in servizio sulle strade). Il 13,3% dei morti sui luoghi di lavoro sono stranieri. Eta' delle vittime: il 4,9% hanno meno di 29 anni, dai 30 ai 39 anni il 14,1%, dai 40 ai 49 anni il 24,48%, dai 50 ai 59 anni il 15,7%, dai 60 ai 69 anni il 9,5%, il 12,8% ha oltre 70 anni. Del 16,5% non siamo a conoscenza del’età.
Morti sui luoghi di lavoro nelle regioni e province.

La Lombardia ha 57 morti e la provincia di Brescia con 17 morti risulta prima in questa triste classifica assieme alla provincia di Torino, se si esclude la provincia di Modena che ha tantissimi lavoratori morti per il terremoto, come negli ultimi anni Brescia è sempre ai vertici delle province con più morti sui luoghi di lavoro, provincia di Bergamo 7, como, Lecco e Lodi 2, Mantova 5, Milano 5, Pavia, Sondrio 4, Varese 6, monza 3. Emilia Romagna 53 morti compresi i lavoratori deceduti sotto le macerie del terremoto del 20 e 29 maggio, province di Modena 17 morti, di Ferrara 8, Bologna 8 morti, Reggio Emilia 5 morti, Forlì Cesena e Piacenza 4 morti, Parma 3 morti, Rimini e Ravenna 2. Piemonte 33 morti, la provincia di Torino risulta in questo momento con 17 vittime la prima in Italia per numero di morti sui luoghi di lavoro, di Cuneo 7 morti, 3 morti Alessandria e Novara, 2 morti Asti, 1 morto Verbania e Vercelli. Sicilia 33 morti, con la provincia di Catania con 6 morti, di Palermo e Trapani 5 morti, Agrigento e Messina 4 morti, Caltanisetta 3 morti, Enna Ragusa e Agrigento 2 morti. Campania 32 morti, provincia di Salerno 12 morti, di Avellino 9 morti, Benevento 6 morti, Napoli 4 morti, Caserta 1 morto. Toscana 31morti (38 con i morti in mare sulla Costa Concordia affondata sulle coste dell' isola del Giglio), dei due fratelli del peschereccio affondato al largo di Livorno e di un sub), la provincia Firenze 5 morti, di Livorno e Pisa 5 morti Grosseto e Massa Carrara 4 morti, 5 morti Arezzo, 2 morti Lucca, Siena e Prato 1 morto. Veneto 28 morti con le province di Verona e Treviso 6 morti, di Padova 5 morti, Vicenza, 4 morti, Belluno 3 morti, Rovigo 2 morti, Venezia 1 morto. Abruzzo 22 morti con la province di Chieti con 10 morti, di Pescara 8 morti, Teramo 3 morti, L’Aquila 2 morti. Lazio 21 morti provincia di Roma 9 morti, di Frosinone 6 morti, Viterbo 5 morti, Latina 1 morto. Puglia 20 morti, provincia di Bari 10 morti, Brindisi e Foggia 4 morti, Lecce 2 morti, Bat 1 morto. Calabria 18 morti, provincia di Reggio Calabria 5 morti, di Catanzaro 4 morti, Cosenza e Vibo Valentia 3 morti, Crotone 2 morti. Trentino Alto Adige 16 morti, provincia di Bolzano 10 morti, di Trento 6 morti.
Liguria 15 morti, provincia di Genova 7 morti, di Savona 4 morti, Imperia e La Spezia 2 morti. Friuli Venezia Giulia 12 morti, provincia di Pordenone 4 morti, Udine e Gorizia 3 morti, Trieste 2 morti. Marche 10 morti, provincia di Ancona 5 morti, Macerata 3 morti, Pesaro Urbino e Ascoli Piceno 1 morto. Umbria 9 morti, provincia di Perugia 8 morti, di Teramo 1 morto.Sardegna 10 morti, 4 morti nella provincia di Nuoro, 2 morti in provincia di Oristano, 1 morto Carbonia Iglesias, Medio Campisano, Ogliastra e Sassari. Basilicata 6 morti, 4 morti nella provincia di Matera, di Potenza 2 morti. Molise 4 morti, provincia di Campobasso 3 morti, 1 morto in provincia di Isernia. Val D'Aosta, Aosta 1 morto.

Non sono segnalati a carico delle province i lavoratori morti sul lavoro che utilizzano un mezzo di trasporto e i lavoratori deceduti in autostrada: agenti di commercio, autisti, camionisti, ecc.. e lavoratori che muoiono nel percorso casa-lavoro / lavoro-casa. La strada può essere considerata una parentesi che accomuna i lavoratori di tutti i settori e che risente più di tutti gli altri della fretta, della fatica, dei lunghi percorsi, dello stress e dei turni pesanti in orari in cui occorrerebbe dormire, tutti gli anni sono percentualmente dal 50 al 55% di tutti i morti sul lavoro. Purtroppo è impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari sud-centro nord, centro-nord sud, soprattutto edili meridionali che muoiono sulle strade percorrendo diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro, lavoro-casa. Queste vittime sfuggono anche alle nostre rilevazioni, come del resto sfuggono tanti altri lavoratori, soprattutto in nero o in grigio che muoiono sulle strade. Tutte queste morti sono genericamente classificate come "morti per incidenti stradali"
Nel 2011 ci sono stati più di 1170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro + 11,6% sul 2010. Per approfondimenti sui lavoratori morti per infortuni sul lavoro nel 2011 andare nella pagina dell'1 -1 e 3- 1 del 2011 dell'Osservatorio. Ci sono cartine geografiche con il numero di morti sui luoghi di lavoro per ciascuna provincia italiana e grafici inerenti all'età, professione e nazionalità dei lavoratori vittime d'infortuni mortali.

martedì 4 settembre 2012

Morti sul lavoro nei primi 8 mesi del 2012 con cartine regionali con andamento morti sui luoghi di lavoro


Dal primo gennaio ad oggi 4 settembre sono morti SUI LUOGHI DI LAVORO 421 lavoratori ( tutti documentati), oltre 800 dall'inizio dell'anno se si aggiungono i lavoratori deceduti in itinere o sulle strade. L'Osservatorio considera "morti sul lavoro" tutte le persone che perdono la vita mentre svolgono un'attività lavorativa, indipendentemente dalla loro posizione assicurativa e dalla loro età. Molte vittime non hanno nessun’assicurazione e muoiono svolgendo l'attività in "nero".

I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO PER CATEGORIA. Il 30,8% delle vittime sono in agricoltura, di queste la metà schiacciate dal trattore (già 82 dall'inizio dell'anno). Edilizia 28,9% sul totale, in questa categoria il 30% delle morti è causata da cadute dall’alto. Industria 16,1%, quest'anno quasi la metà di queste morti sono state provocate dal terremoto in Emilia. Servizi 5,8%. Autotrasporto 5,1%, Il 3% Esercito Italiano (Afghanistan). Il 2,7% nella Polizia di Stato (tutte le morte causate in servizio sulle strade). Il 13,3% dei morti sui luoghi di lavoro sono stranieri. Eta' delle vittime: il 4,9% hanno meno di 29 anni, dai 30 ai 39 anni il 14,1%, dai 40 ai 49 anni il 24,48%, dai 50 ai 59 anni il 15,7%, dai 60 ai 69 anni il 9,5%, il 12,8% ha oltre 70 anni. Del 16,5% non siamo a conoscenza del’età.

Morti sui luoghi di lavoro nelle regioni e province. La regione Lombardia ha già 50 morti e la provincia di Brescia con 15 morti risulta seconda se si esclude la provincia di Modena che ha tantissimi lavoratori morti per il terremoto, come negli ultimi anni Brescia è sempre ai vertici in questa triste classifica delle province con più morti sui luoghi di lavoro. L'Emilia Romagna ha 49 lavoratori morti di cui 17 deceduti sotto le macerie del terremoto del 20 e 29 maggio, province di Modena 17 morti, Ferrara e Bologna 7 morti, Reggio Emilia 5 morti, Parma e Piacenza 3 morti. La Toscana registra 28 morti (36 con i morti in mare sulla Costa Concordia affondata sulle coste dell'isola del Giglio), dei due fratelli del peschereccio affondato al largo di Livorno e di un sub), la provincia Firenze 5 morti, Livorno 5 morti, Pisa 4 morti. Il Piemonte registra 31 morti , la provincia di Torino risulta in questo momento con 17 vittime la prima in Italia per numero di morti sui luoghi di lavoro. Campania 31 morti, provincia di Salerno 12 morti, di Avellino 9 morti. Calabria 17 morti, provincia di Reggio Calabria 5 morti. Veneto 23 morti con la province di Verona 6 morti, Treviso 5 morti, Vicenza 4 morti. La Sicilia 28 morti, con la province Palermo e Catania con 5 morti, Agrigento, Trapani e Messina 4 morti. Lazio 17 morti provincia di Frosinone 6 morti, Roma e Viterbo 5 morti. Puglia 19 morti, province di Bari 9 morti, di Brindisi 4 morti. Abruzzo 19 morti con la province di Chieti con 9 morti e di Pescara con 7 morti.Trentino Alto Adige 16 morti, provincia di Bolzano 10 morti e di Trento 6. Liguria 13 morti, con la provincia di Genova con 6 morti. Marche 8 morti con la provincia di Ancona con 4 morti. Friuli Venezia Giulia 11 morti, Pordenone 4 morti Udine 3 morti. Basilicata 6 morti, 4 morti nella provincia di Matera 2 in quella di Potenza . Umbria 9 morti, provincia di Perugia 8 morti. Sardegna 9 morti, Molise 4 morti. Val D'Aosta 1 morto.

Non sono segnalati a carico delle province i lavoratori morti che utilizzano un mezzo di trasporto e i lavoratori deceduti in autostrada: agenti di commercio, autisti, camionisti, ecc.. e lavoratori che muoiono nel percorso casa-lavoro / lavoro-casa. La strada può essere considerata una parentesi che accomuna i lavoratori di tutti i settori e che risente più di tutti gli altri della fretta, della fatica, dei lunghi percorsi, dello stress e dei turni pesanti in orari in cui occorrerebbe dormire, tutti gli anni sono percentualmente dal 50 al 55% di tutti i morti sul lavoro. Purtroppo è impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari sud-centro nord, centro-nord sud, soprattutto edili meridionali che muoiono sulle strade percorrendo diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro, lavoro-casa. Queste vittime sfuggono anche alle nostre rilevazioni, come del resto sfuggono tanti altri lavoratori, soprattutto in nero o in grigio che muoiono sulle strade. Tutte queste morti sono genericamente classificate come "morti per incidenti stradali"




Nel 2011 ci sono stati più di 1170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro + 11,6% sul 2010. Per approfondimenti sui lavoratori morti per infortuni sul lavoro nel 2011 andare nella pagina dell'1 -1 e 3- 1 del 2011 dell'Osservatorio. Ci sono cartine geografiche con il numero di morti sui luoghi di lavoro per ciascuna provincia italiana e grafici inerenti all'età, professione e nazionalità dei lavoratori vittime d'infortuni mortali.

martedì 1 maggio 2012

Morti sui luoghi di lavoro nei primi 4 mesi del 2012

Morti sul lavoro nel 2012
Dal primo gennaio ad oggi 30 aprile sono morti SUI LUOGHI DI LAVORO 163 lavoratori ( tutti documentati in appositi file) e 325 con i lavoratori morti sulle strade e in itinere (stima minima). I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO sono per il 31% in agricoltura, il 23% in edilizia, il 12,3% nei servizi, l'8,9 nell'industria. L'autotrasporto il 5,8%.Il 13,7% dei morti sui luoghi di lavoro sono stranieri. Il 23,5% hanno un'età compresa tra i 30 e i 50 anni. Il 33% ha più di 51 anni. L'8,9% meno di 30 anni. E' sempre la provincia di Brescia con 8 morti, come negli ultimi anni, a guidare la triste classifica delle province con più morti sui LUOGHI DI LAVORO, con la regione Lombardia che ha già 22 morti. Segue la Toscana con 15 morti (23 con i morti in mare del Giglio, dei due fratelli del peschereccio affondato al largo di Livorno e di un sub). L'Emilia Romagna ha 15 morti, con la provincia Modena con 3 morti, Bologna, Reggio Emilia e Ferrara con 2 morti.Il Piemonte registra 13 morti , con la provincia di Torino con 8 morti. Il Veneto, il Lazio e la Sicilia registrano 8 morti. La Campania e la Puglia 7 morti con le province di Avellino e Brindisi con 3 morti. Marche e Calabria 5 morti con la provincia di Ancona con 4 morti. Friuli Venezia Giulia e Umbria 4 morti,La provincia di Perugia 4 morti. I morti dei cantieri sulle autostrada non vengono aggiunti alle province.
Nel 2011 ci sono stati più di 1170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro + 11,6% sul 2010. Per approfondimenti sui lavoratori morti per infortuni sul lavoro nel 2011 andare nella pagina dell'1 -1 e 3- 1 del 2011 del'Osservatorio. Ci sono cartine geografiche con il numero di morti per ciascuna provincia italiana e grafici inerenti all'età, professione e nazionalità dei lavoratori vittime d'infortuni mortali


giovedì 26 aprile 2012

Sicurezza sul lavoro, nessuna buona notizia. Scritto per Articolo 21


Sicurezza sul lavoro, nessuna buona notizia
di Carlo Soricelli

Il giorno 28 aprile sarà la giornata mondiale della Sicurezza sul Lavoro, un giorno sui cui riflettere e cercare di comprendere, nella sua complessità, il triste fenomeno delle morti per infortunio sul lavoro in Italia. 
Dal 1 gennaio 2008, dopo la tragedia della Thyssenkrupp di Torino in cui morirono bruciati vivi sette operai, ho dedicato buona parte del mio tempo libero all’Osservatorio Indipendente di Bologna per monitorare i morti sul lavoro in Italia.
In poco tempo di raccolta dei dati delle vittime come la loro attività, età, luogo dell’evento, mi sono accorto della disinformazione e del pressapochismo con i quali vengono affrontate queste tragedie da parte di tutti gli organi competenti e dell’informazione.
Sul fenomeno ci sono molti luoghi comuni e purtroppo anche tanti interessi economici.
Dal mio osservatorio privilegiato posso affermare, documenti alla mano, che non è affatto vero che i morti sul lavoro stanno calando, solo tra il 2008 e il 2009 abbiamo registrato un leggero calo mentre nel 2011 l’aumento è stato dell’11,5% rispetto al 2010 e l’anno scorso sono stati superati sui luoghi di lavoro addirittura i morti del 2008. Nel 2011 sono morti sui luoghi di lavoro oltre 650 lavoratori, più di 1100 aggiungendo quelli deceduti sulle strade e in itinere; 139 agricoltori sono morti schiacciati dal trattore e in questa categoria si supera il 30% di tutti i morti sul lavoro se si considerano anche altre cause di decesso per infortunio.
Quando penso a queste morti mi viene una grande rabbia. Basterebbero pochi lavori mirati sulla cabina dei vecchi trattori senza protezioni, che impediscono al guidatore di essere sbalzato fuori in caso di manovra errata, per salvare la maggior parte degli agricoltori. Purtroppo il nostro Parlamento è impegnato in cose ben più importanti della tutela dei propri cittadini. Occorrerebbe anche sottoporre ad una visita medica d’idoneità chi si mette alla guida ad una certa età: i trattori sono “mostri” che non perdonano il più piccolo errore e il territorio in gran parte collinare del nostro paese con i riflessi poco pronti sono componenti micidiali.
Un’altra categoria che paga un prezzo elevatissimo di sangue è l’edilizia. La maggior parte degli edili muore cadendo dall’alto ed a morire sono quasi tutti stranieri o meridionali, anche nei cantieri del centro-nord. Le vittime lavorano in piccole e piccolissime aziende dove è difficile vedere indossare anche il casco. Gli stranieri morti per infortuni sul lavoro sono oltre il 13% del totale. Questi  lavoratori spesso non parlano l’italiano e non conoscono neppure le più semplici norme di autotutela. In questo caso occorrerebbe l’obbligo di frequenza a corsi sulla sicurezza e un esame d’idoneità prima di impiegarli in lavori pericolosi. Qualche volta è l’artigiano proprietario dell’impresa a morire per infortunio. Noto spesso, da parte di chi ha altri interessi, il tentativo di scaricare sui lavoratori la responsabilità delle tragedia. Ma il proprietario o il superiore che spesso lavora con la vittima è responsabile della sua integrità fisica ed ha l’obbligo di far indossare le protezioni, pena anche il licenziamento degli inadempienti. Ma ciò, oltre ad avere un costo, rallenta i lavori e quindi si preferisce trascurare l’aspetto della sicurezza per accelerare i lavori e aumentare il margine di guadagno.
I morti nelle fabbriche sono intorno al 10% sul totale: anche nell’industria, come nei cantieri, a morire sono soprattutto lavoratori di aziende artigiane, dove il sindacato non è presente. Nei grandi cantieri e nelle fabbriche dove c’è un responsabile della Sicurezza le morti per infortuni si contano sulle dita di una mano, nonostante gli addetti siano milioni. Numerosi sono anche i morti nei servizi all’impresa. Spesso si ha un controllo molto efficace sulla sicurezza tra i dipendenti, ma nessuno tra i lavoratori esterni e gli artigiani chiamati a svolgere lavori di manutenzione.
Purtroppo anche quest’anno assistiamo ad un numero elevatissimo di morti, siamo già ad oltre 150 dall’inizio dell’anno solo sui luoghi di lavoro, e oltre 300 contando i decessi sulle strade e in itinere.
Le statistiche ufficiali ci dicono che anche il 2011 è stato “migliore” del 2010, con un calo dei morti sul lavoro rispetto al 2010 di oltre il 4%, cosa non vera, anche sui morti sul lavoro si tira la coperta dove fa più comodo. C’è da chiedersi come mai l’Osservatorio Indipendente di Bologna registra molti morti in più, mentre le statistiche ufficiali mediamente il 15% in meno tutti gli anni. Su questo punto occorre fare la massima chiarezza.  Il calo dei morti per infortuni sul lavoro registrato dalle statistiche ufficiali, ma non dall’Osseravtorio è sulle strade e in itinere, ma non sui luoghi di lavoro, e questo non per una migliore prevenzione, ma per merito di automobili tecnologicamente più sicure che per fortuna vengono comprate anche dai lavoratori una volta rottamate le vecchie. Questo significa che in realtà i controlli sui posti di lavoro sono diminuiti e i morti aumentati, e che nessuno può esultare per un risultato positivo che non esiste.
L’Osservatorio Indipendente di Bologna segnala come morti sul lavoro tutti i lavoratori che muoiono mentre lavorano, indipendentemente da chi sono, dal lavoro che svolgono e dalla loro posizione assicurativa. L’INAIL probabilmente considera morti sul lavoro solo i suoi assicurati: non sono assicurati all’INAIL i tantissimi agricoltori che muoiono in tarda età e già pensionati che rimangono schiacciati dal trattore, chi lavora in nero, i militari ecc. Non sono inseriti tra le vittime i contenziosi, fino alla conclusione del processo che quasi sempre dura anni.  In pratica noi registriamo tutti gli anni oltre un centinaio di morti sui luoghi di lavoro in più.
I morti sul lavoro in “nero” meritano un approfondimento particolare, spesso sono lavoratori sfruttati da terzi. Qualche volta ci sono anche tentativi di far passare l’infortunio mortale come una disgrazia avvenuta altrove. Ma in diversi casi sono la faciloneria e l’improvvisazione le causa della morte di tanti che lavorano in “nero”. Ad esempio spesso accade che si chiamino parenti, amici e conoscenti “esperti” per fare lavori di potatura di alberi che poi travolgono i malcapitati, oppure ci si improvvisa muratori e si cade dai tetti, oppure guidando trattori come già evidenziato in precedenza, e si potrebbe continuare con innumerevoli altre situazioni. Chi commissiona questi lavori non si rende conto delle gravissime conseguenze a cui va incontro in caso d’infortunio mortale.
Come si evince il fenomeno è molto complesso e con molte sfaccettature.
Tra pochi giorni ci sarà il 1° maggio, il giorno di festa dei Lavoratori, ma credo che ci sia poco da festeggiare. Un governo classista, non eletto dai cittadini, appoggiato da partiti di destra, di centro e di sinistra, ha preso misure a senso unico per risanare il paese: è stata bloccata la contingenza sulle pensioni superiori a 100 euro, stravolta la normativa sull’Articolo 18 che rende più facili i licenziamenti senza giusta causa, reintrodotta una tassa sulla prima casa e triplicata quella per le seconde, una tassa che non distingue tra chi possiede una casetta di montagna ereditata dai genitori e chi ha decine d’appartamenti in affitto e che scaricherà l’aumento sugli inquilini.
Per il 10% degli italiani che hanno visto aumentare la ricchezza a dismisura in questi ultimi anni non è stata introdotta nessuna patrimoniale. Ma la misura che più fa arrabbiare è il notevole allungamento dell’età per avere i requisiti per andare in pensione, non facendo nessuna distinzione tra chi svolge lavori faticosi e pericolosi e chi lavora con un computer. Lavorare fino a 65 anni ed oltre, con riflessi poco pronti e non in perfetto stato di salute, nelle fonderie, nelle officine, sui tetti o alla guida di un trattore provocherà un forte aumento delle morti sul lavoro e questo accadrà con la colpevole complicità di quasi tutti i nostri parlamentari.
*metalmeccanico in pensione e curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro.
Per approfondimenti http://cadutisullavoro.blogspot.com
26 aprile 2012

venerdì 23 marzo 2012

Morti sul lavoro dal 1 gennaio 2012 ad oggi 23 marzo


Dal primo gennaio ad oggi 23 marzo sono morti SUI LUOGHI DI LAVORO 109 lavoratori e oltre 215 se si sommano i lavoratori morti sulle strade e in itinere. I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO sono per il 29% in agricoltura, il 27,4% in edilizia, il 12,3% nei servizi, l'8,9 nell'industria. Oltre l'11% sono stranieri. Il 23,5% hanno un'età compresa tra i 30 e i 50 anni. Il 33% ha più di 51 anni. L'8,9% meno di 30 anni. E' sempre la provincia di Brescia con 7 morti, come negli ultimi anni, a guidare la triste classifica delle province con più morti sui LUOGHI DI LAVORO, con la regione Lombardia che ha già 16 morti. Segue la Toscana con 9 morti senza contare le morti in mare del Giglio, dei due fratelli del peschereccio affondato al largo di Livorno e di un sub. Seguono l'Emilia Romagna con 8 morti, con la provincia di Bologna con 3 morti. Il Veneto registra 7 morti come il Piemonte con laprovincia di Torino con 4 morti. Il Lazio e la Campania hanno 6 morti, con Frosinone e Avellino che hanno 3 morti. Marche, Sicilia e Friuli Venezia Giulia con 4 morti, con la provincia di Ancona che ha 3 morti
Nel 2011 ci sono stati più di 1170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro + 11,6% sul 2010. Per approfondimenti sui lavoratori morti per infortuni sul lavoro nel 2011 andare nella pagina dell'1 -1 e 3- 1 - 2011 del'Osservatorio. Ci sono cartine geografiche con il numero di morti per ciascuna provincia italiana e grafici inerenti all'età, professione e nazionalità dei lavoratori vittime d'infortuni mortali

martedì 3 gennaio 2012

Si conclude un anno orribile per le morti sul lavoro


MAI TANTI MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO DA QUANDO E' NATO L'OSSERVATORIO

I MORTI SUL LAVORO nel 2011 SONO COMPLESSIVAMENTE PIU' DI 1170, DI CUI 663 SUI LUOGHI DI LAVORO (tutti documentati) + 11,61 % SULL’INTERO 2010 (594). NEL NUMERO COMPLESSIVO DELLE VITTIME CI SONO ANCHE I LAVORATORI MORTI SULLE STRADE, IN ITINERE E IN NERO. MA MOLTI ALTRI MORTI SUL LAVORO, NON INSERITI TRA LE VITTIME DELL'OSSERVATORIO SFUGGONO A QUALSIASI MONITORAGGIO PER DIVERSE RAGIONI.

SIAMO TORNATI INDIETRO DI 5 ANNI PER NUMERO DI MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO:
IL GIORNO 12 DICEMBRE CON 640 MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO SONO STATI SUPERATI I MORTI DELL'INTERO 2008 ( 637).IL MESE SCORSO SONO STATI SUPERATI I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO DEGLI INTERI ANNI 2010 (594) e 2009 (555) .
Oltre il 15% di queste vittime monitorate dall'Osservatorio lavoravano in nero o erano già in pensione. Si arriva a contare più di 1170 morti (stima minima) se si aggiungono i lavoratori deceduti in itinere o sulle strade (sonolavoratori che utilizzano un mezzo di trasporto: agenti di commercio, autisti, camionisti, ecc.. e lavoratori che muoiono nel percorso casa-lavoro/lavoro-casa). La strada può essere considerata una parentesi che accomuna i lavoratori di tutti i settori e che risente più di tutti gli altri della fretta, della fatica, dei lunghi percorsi, dello stress e dei turni pesanti in orari in cui occorrerebbe dormire, tutti gli anni sono percentualmente dal 50 al 55% di tutti i morti sul lavoro. Purtroppo è impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari sud-centro nord, centro nord-sud, soprattutto edili meridionali, che lavorano in nero o in grigio e che muoiono sulle strade percorrendo diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro, lavoro-casa e queste vittime sfuggono anche alle nostre rilevazioni, come del resto sfuggono tanti altri lavoratori, soprattutto in nero o in grigio che muoiono sulle strade. Tutte queste morti sono genericamente classificate come "morti per incidenti stradali"
L’agricoltura ha registrato 207 morti sui luoghi di lavoro il 31,16 % di tutti i morti. Gli agricoltori, come tutti gli anni, muoiono per la maggioranza in tarda età, schiacciati da trattori killer spesso senza protezioni che si ribaltano. Solo sui campi, nel 2011 sono stati 138 i morti provocati da questa autentica bara in movimento. Da soli gli agricoltori schiacciati dal trattore sono oltre il 20% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. Praticamente è morto un agricoltore schiacciato dal trattore ogni 3 giorni.
L’edilizia ha già avuto dall'inizio dell'anno 173 vittime sui luoghi di lavoro e registra il 26,62% sul totale, le morti in edilizia sono dovute soprattutto a cadute dall'alto (38,25%) . Le vittime sono per la maggior parte edili meridionali e stranieri anche nei cantieri del centro-nord.
Oltre il 26% di tutti i morti sui luoghi di lavoro ha più di 60 anni e le vittime in questa fascia d'eta sono quasi tutte concentrate in agricoltura, in edilizia e nei servizi.
CON L'ALLUNGAMENTO INDISCRIMINATO DELL'ETA' DELLA PENSIONE IN CATEGORIE A RISCHIO COME L'AGRICOLTURA E L'EDILIZIA E IN LAVORI PERICOLOSI PER LA VITA, APPROVATO IN VIA DEFINITIVA CON UNA LEGGE POCHI GIORNI FA , SI DIMOSTRA SOLO UNA SCARSA SENSIBILITA' SOCIALE E UMANA DA PARTE DI CHI L'HA VOTATO.
Il 10,8% a meno di 30 anni. Dai 30 ai 39 il il 14,1%. Il 19% dai 40 ai 49. il 18,85% dai 50 ai 59. il 26,2 oltre i 60 anni. del 9,8% delle vittime non siamo a conoscenza dell'età.

L’industria (comprese le aziende artigianali con meno di 15 dipendenti) ha già avuto 71 morti con il 10,9,%. A queste vittime occorre aggiungere i lavoratori esterni che non sono dipendenti ma prestatori di servizi nelle aziende.
L’autotrasporto 53 con il 7,9%
Le donne morte sui luoghi di lavoro dall'inizio dell'anno sono 15 contro le 5 dell'intero 2010 + 200%
Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sono 74 con 11,3% % sul totale. I romeni sono il 40% di tutti i morti sui luoghi di lavoro tra gli stranieri e gli albanesi il 18,1%. Se si esclude l'agricoltura gli stranieri arrivano nelle altre categorie ad avere il 16% delle morti sul totale.

I giovani militari morti in Afghanistan sono stati quest'anno 9 e 44 dall'inizio della missione.

Situazione sul territorio

Qui sotto la situazione in ogni regione comparata con i morti sui luoghi di lavoro di tutto il 2010, col colore rosso sono evidenziate le regioni che hanno già eguagliato o superato i morti sui luoghi di lavoro dell’intero 2010:

Piemonte 52 registra + 85,7 % in più sul 2010 (28 morti)

Liguria 15 morti come nel 2010 (15 morti)

Val d’Aosta 3 morti come nel 2010

Lombardia 78 morti -3,7 % sul 2010 (81 morti)

Trentino Alto Adige 22 morti -31,2% sul 2010 (32)

Friuli Venezia Giulia 13 morti +85% sul 210 (7 morti)
Veneto, 48 morti registra – 9,4% sull’intero 2010 (53 morti)

Emilia Romagna 55 morti + 37,5%sul 2010 (40 morti).

Toscana 42 morti +44,8% sul 2010 (29 morti)

Marche 18 morti + 28,5% sul 2010 (14 morti)

Umbria 17 nel 2011, +142% sul 2010 (7 morti)
Abruzzo 28 morti + 33,3% sul 2010 (21 morti)
Lazio 44 morti +4,5 % sul 2010 (42 morti)
Molise 6 morti + 100% rispetto al 2010 (3 morti)

Campania 41 morti -14,5% sull’intero 2010 (48)

Puglia 39 morti -13,3 % rispetto all’intero 2010 (45 morti)

Calabria 22 +18,1% rispetto all’intero 2010 (18 morti)

Basilicata 5 morti come nel 2010
Sicilia 42 morti lo stesso numero di morti del 2010 (42 morti).
Sardegna 25 + 4,1% sul 2010
Nel numero totale delle vittime regionali mancano i lavoratori morti sulle strade, autostrade, itinere e i militari morti in Afghanistan, con questi si arriva a contare oltre 1170 morti sul lavoro dall’inizio dell’anno (stima minima)
Le province con più di 5 morti sui luoghi di lavoro

Brescia 22, Torino 19 - Roma, Bolzano e Milano 15 - Frosinone e Bologna 13 - Bologna 12 - Bergamo e Chieti 11 - Vicenza, Venezia, L'Aquila, Catania, BAT, Perugia, Napoli e Reggio Emilia 10 – Savona, Cosenza e Benevento 9 – Ragusa, Lecce, Foggia, Macerata, Treviso, Arezzo, Trento, Latina, Salerno Padova e Cuneo 8 – , Avellino, Firenze e Viterbo 7 - Terni, Trapani, Piacenza, Varese, Parma, Como, Catanzaro, Oristano, Campobasso, Caserta e Nuoro 6 – Rovigo, Messina, Palermo, Bari, Alessandria, Brindisi, Cagliari, Grosseto, Livorno, Forli-Cesena, Mantova, Asti, Novara e Udine 5. Ricordiamo che queste elencate sono le vittime sui luoghi di lavoro nelle province. Se si aggiungono i lavoratori morti sulle strade e in itinere le vittime raddoppiano in quasi tutte le province. Statisticamente muoiono sulle "strade" dal 50 al 55% di tutti i morti sul lavoro.
I morti sulle autostrade e all'estero non vengono segnalati sulle cartine regionali che ogni mese l'osservatorio pubblica sul blog.

Moltissimi morti sono dovuti alle condizioni climatiche, soprattutto per le categorie che svolgono i lavori all'aperto quali l'edilizia, l'agricoltura, la manutenzione stradale, l'autotrasporto ecc... per queste categorie con un po’ di buona volontà da parte di tutti è possibile riuscire ad incidere sul fenomeno aumentando la prevenzione ed allarmando le categorie quando ci sono maggiori rischi legate alle condizioni del tempo. E’ già possibile sapere con alcuni giorni d’anticipo quando potrebbe esserci, in determinate province, un aumento delle vittime per questi lavoratori, ed è per questo che siamo a segnalarvi un blog di Meteorologia http://www.prevenzionemeteo.blogspot.com/ che, con la nostra collaborazione, fa previsioni del tempo mirate alla prevenzione dei gravi infortuni sul lavoro per i lavoratori che operano all'aperto quali agricoltori, edili, agenti di commercio ecc. e anche in itinere. Questi lavoratori, spesso rischiano la vita quando vanno o tornano dal lavoro: a causa di turni pesanti in orari dove si dovrebbe dormire. In questi casi le condizioni del tempo sono determinanti. I grafici elaborati col materiale raccolto nel corso di questi 4 anni e le condizioni meteorologiche danno una situazione abbastanza chiara e attendibile sui rischi che si corrono. Oltre le previsioni del tempo, sempre utili per tutti i lavoratori, il blog segnala quali sono le province più a rischio, situazione che si verifica in particolari condizioni atmosferiche. Nei mesi estivi tutto il Paese ha un rischio molto elevato, ma in alcune giornate i rischi sono maggiori. Molto pericolosi i giorni successivi a periodi persistenti di maltempo. I lavoratori che operano all'aperto, o che sono sulle strade nelle province evidenziate nelle giornate a "RISCHIO " dovrebbero prestare la massima attenzione.
Carlo Soricelli Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoroblogspot.com