Oggi il valore assoluto in questa società è il DIO PROFITTO e non la VITA UMANA in quanto un operaio è considerato solo un numero che può essere facilmente sostituibile. Chiedo ai familiari di tutte le vittime sul lavoro di unirci e collaborare per poter dare voce ai nostri cari e per far sì che tutto questo sangue non scorra più! L’unione fa la forza quindi cerchiamo di formare questa rete on- line per poter ottenere anche dei piccoli risultati…insieme ce la possiamo fare.
Cristo operaio
Associazione Nazionale Familiari delle vittime sul lavoro
Cari amici, abbiamo deciso d'aprire una sezione dedicata
ai familiari delle vittime sul lavoro che spero sia utile a far comprendere e a sensibilizzare le persone contro questa autentica piaga sociale delle morti sul lavoro. Un grazie di Cuore a Graziella Marota che ha trovato la forza per impegnarsi in questa Associazione.
Oggi il valore assoluto in questa società è il DIO PROFITTO e non la VITA UMANA .
Andrea aveva solo 23 anni, amava la vita e il lavoro. Un ragazzo bello come il sole, calmo come il mare d’estate, d’indole fin troppo buona, aveva sempre un sorriso per tutti e cercava di aiutare i più deboli.
Andrea lavorava nello stabilimento Asoplast di Ortezzano (A.P.), azienda dell’indotto Merloni con un centinaio di operai, florida e moderna come poche, specializzata nello stampaggio di materiali in propilene, PVC e tampografia. Peccato che Andrea in quello stabilimento così moderno è morto a soli 23 anni il 20-06-2006 mentre stava lavorando alla Mag 1000, una macchina tampografica che imprime icone colorate sui frontalini di elettrodomestici, la testa colpita da due tamponi capaci di spezzargli l’osso del collo nello schianto minimo di pochi secondi. L’hanno trovato così, sgomenti, gli altri operai, in una pozza di sangue che usciva copioso da un orecchio.
Un lavoro da operaio semplice, un ragazzo senza troppi grilli per la testa, indomito suonatore di chitarra, leader del gruppo Nervous Breakdown.
Un lavoro eseguito per un misero stipendio e la sicurezza un optional; quella macchina tampografica era una macchina killer, non aveva i giusti sistemi di sicurezza e l’unico presente era stato rimosso per velocizzare la produzione.
Vengono definite “Morti Bianche” e non si capisce il perché. Queste morti hanno variegati colori: rosso, come il sangue che sgorga dalle ferite profonde,nerocome il buio e il dolore in cui piombano i familiari che restano e oro, come il denaro accumulato dagli imprenditori che giocano con la vita della classe più debole.
Queste morti non sono mai incidenti, sono frutto dell’avidità di chi rifiuta di rispettare le norme sulla sicurezza e sono frutto del disprezzo per la vita, la vita degli operai naturalmente, la vita di chi è costretto a lavorare anche 10-12 ore al giorno su di una impalcatura senza protezione o di chi deve manovrare macchinari con sistemi di sicurezza disabilitati per aumentare la produzione.
Oggi il valore assoluto in questa società è il DIO PROFITTO e non
Mi hanno strappato un figlio nel fiore degli anni e per una mamma è il dolore più atroce che possa provare nella vita.
In casa ora regnano il vuoto , un silenzio assordante e, ogni tanto, guardo la porta d’ingresso sperando che si apra e Andrea torni a casa come sempre. Ma la realtà è cruda e capisci che tutto ciò non sarà mai più possibile perché quel figlio che hai tanto amato e cresciuto, se ne è andato per sempre.
Quando si prende coscienza di questo il cuore si lacera sempre di più!
Spero vivamente che questa guerra termini perché la statistica dice che muore un operaio ogni sette ore.
E’ inaccettabile che una persona parta al mattino per andare a lavorare e non faccia più ritorno a casa.
L'Inail, come ogni anno, dirama il suo Rapporto Annuale sugli infortuni e le morti sul lavoro e ,per l'anno 2010 ci comunica, che per la prima volta le morti sul lavoro sono scese a 980, quindi sotto quota mille, con un calo del 6,9% rispetto alle 1053 del 2009:quindi i commenti da più parti sono positivi….ma nessuno si rende conto che i dati sono sottostimati perché molti infortuni non vengono denunciati perché lavorano in nero e quindi non sapremmo mai il nome di questi sconosciuti…..quindi per valutare i veri dati statistici bisogna far riferimento all’Osservatorio Indipendente di Bologna dove la situazione è completamente diversa da quella che ci prospetta l’Inail.Vorrei inoltre ricordare che i nostri cari non sono numeri ma persone con i loro affetti, la voglia di vivere e soprattutto hanno una famiglia che cade nella disperazione più profonda e nessuno si preoccupa di dare un sostegno…un aiuto…si cade nel baratro più profonda della disperazione!!!
Per questi motivi, chiedo ai familiari di tutte le vittime sul lavoro di unirci e collaborare per poter dare voce ai nostri cari e per far sì che tutto questo sangue non scorra più! L’unione fa la forza quindi cerchiamo di formare questa rete on- line per poter ottenere anche dei piccoli risultati….insieme ce la possiamo fare.
Tutto ciò è possibile grazie a Carlo Soricelli che gestisce con molta dedizione l’Osservatorio Indipendente di Bologna.
Portiamo avanti questa battaglia sulla sicurezza nei luoghi di lavoro affinchè tragedie come le nostre non si ripetano più!!
Graziella Marota, mamma di Andrea Gagliardoni.
Previsioni del tempo mirate alla prevenzione di infortuni sul lavoro.
Blog di previsioni del tempo giornaliere mirate alla prevenzione di gravi infortuni sul lavoro, con il livello di rischio per ogni provincia italiana
http://prevenzionemeteo.blogspot.it/
Oltre alle normali previsioni è evidenziato il livello di rischio per i lavoratori che operano all'aperto, per chi lavora sulle strade o è in itinere
mercoledì 3 ottobre 2012
Morti sui luoghi di lavoro nei primi 9 mesi dl 2012
martedì 4 settembre 2012
Morti sul lavoro nei primi 8 mesi del 2012 con cartine regionali con andamento morti sui luoghi di lavoro
martedì 1 maggio 2012
Morti sui luoghi di lavoro nei primi 4 mesi del 2012
giovedì 26 aprile 2012
Sicurezza sul lavoro, nessuna buona notizia. Scritto per Articolo 21
Dal 1 gennaio 2008, dopo la tragedia della Thyssenkrupp di Torino in cui morirono bruciati vivi sette operai, ho dedicato buona parte del mio tempo libero all’Osservatorio Indipendente di Bologna per monitorare i morti sul lavoro in Italia.
Sul fenomeno ci sono molti luoghi comuni e purtroppo anche tanti interessi economici.
Dal mio osservatorio privilegiato posso affermare, documenti alla mano, che non è affatto vero che i morti sul lavoro stanno calando, solo tra il 2008 e il 2009 abbiamo registrato un leggero calo mentre nel 2011 l’aumento è stato dell’11,5% rispetto al 2010 e l’anno scorso sono stati superati sui luoghi di lavoro addirittura i morti del 2008. Nel 2011 sono morti sui luoghi di lavoro oltre 650 lavoratori, più di 1100 aggiungendo quelli deceduti sulle strade e in itinere; 139 agricoltori sono morti schiacciati dal trattore e in questa categoria si supera il 30% di tutti i morti sul lavoro se si considerano anche altre cause di decesso per infortunio.
Le statistiche ufficiali ci dicono che anche il 2011 è stato “migliore” del 2010, con un calo dei morti sul lavoro rispetto al 2010 di oltre il 4%, cosa non vera, anche sui morti sul lavoro si tira la coperta dove fa più comodo. C’è da chiedersi come mai l’Osservatorio Indipendente di Bologna registra molti morti in più, mentre le statistiche ufficiali mediamente il 15% in meno tutti gli anni. Su questo punto occorre fare la massima chiarezza. Il calo dei morti per infortuni sul lavoro registrato dalle statistiche ufficiali, ma non dall’Osseravtorio è sulle strade e in itinere, ma non sui luoghi di lavoro, e questo non per una migliore prevenzione, ma per merito di automobili tecnologicamente più sicure che per fortuna vengono comprate anche dai lavoratori una volta rottamate le vecchie. Questo significa che in realtà i controlli sui posti di lavoro sono diminuiti e i morti aumentati, e che nessuno può esultare per un risultato positivo che non esiste.
Come si evince il fenomeno è molto complesso e con molte sfaccettature.
Per approfondimenti http://cadutisullavoro.blogspot.com
venerdì 23 marzo 2012
Morti sul lavoro dal 1 gennaio 2012 ad oggi 23 marzo
martedì 3 gennaio 2012
Si conclude un anno orribile per le morti sul lavoro
L’industria (comprese le aziende artigianali con meno di 15 dipendenti) ha già avuto 71 morti con il 10,9,%. A queste vittime occorre aggiungere i lavoratori esterni che non sono dipendenti ma prestatori di servizi nelle aziende.
I giovani militari morti in Afghanistan sono stati quest'anno 9 e 44 dall'inizio della missione.
Situazione sul territorio
Qui sotto la situazione in ogni regione comparata con i morti sui luoghi di lavoro di tutto il 2010, col colore rosso sono evidenziate le regioni che hanno già eguagliato o superato i morti sui luoghi di lavoro dell’intero 2010:
Piemonte 52 registra + 85,7 % in più sul 2010 (28 morti)
Liguria 15 morti come nel 2010 (15 morti)
Val d’Aosta 3 morti come nel 2010
Lombardia 78 morti -3,7 % sul 2010 (81 morti)
Trentino Alto Adige 22 morti -31,2% sul 2010 (32)
Friuli Venezia Giulia 13 morti +85% sul 210 (7 morti)
Emilia Romagna 55 morti + 37,5%sul 2010 (40 morti).
Toscana 42 morti +44,8% sul 2010 (29 morti)
Marche 18 morti + 28,5% sul 2010 (14 morti)
Umbria 17 nel 2011, +142% sul 2010 (7 morti)
Campania 41 morti -14,5% sull’intero 2010 (48)
Puglia 39 morti -13,3 % rispetto all’intero 2010 (45 morti)
Calabria 22 +18,1% rispetto all’intero 2010 (18 morti)
Brescia 22, Torino 19 - Roma, Bolzano e Milano 15 - Frosinone e Bologna 13 - Bologna 12 - Bergamo e Chieti 11 - Vicenza, Venezia, L'Aquila, Catania, BAT, Perugia, Napoli e Reggio Emilia 10 – Savona, Cosenza e Benevento 9 – Ragusa, Lecce, Foggia, Macerata, Treviso, Arezzo, Trento, Latina, Salerno Padova e Cuneo 8 – , Avellino, Firenze e Viterbo 7 - Terni, Trapani, Piacenza, Varese, Parma, Como, Catanzaro, Oristano, Campobasso, Caserta e Nuoro 6 – Rovigo, Messina, Palermo, Bari, Alessandria, Brindisi, Cagliari, Grosseto, Livorno, Forli-Cesena, Mantova, Asti, Novara e Udine 5. Ricordiamo che queste elencate sono le vittime sui luoghi di lavoro nelle province. Se si aggiungono i lavoratori morti sulle strade e in itinere le vittime raddoppiano in quasi tutte le province. Statisticamente muoiono sulle "strade" dal 50 al 55% di tutti i morti sul lavoro.
Moltissimi morti sono dovuti alle condizioni climatiche, soprattutto per le categorie che svolgono i lavori all'aperto quali l'edilizia, l'agricoltura, la manutenzione stradale, l'autotrasporto ecc... per queste categorie con un po’ di buona volontà da parte di tutti è possibile riuscire ad incidere sul fenomeno aumentando la prevenzione ed allarmando le categorie quando ci sono maggiori rischi legate alle condizioni del tempo. E’ già possibile sapere con alcuni giorni d’anticipo quando potrebbe esserci, in determinate province, un aumento delle vittime per questi lavoratori, ed è per questo che siamo a segnalarvi un blog di Meteorologia http://www.prevenzionemeteo.blogspot.com/ che, con la nostra collaborazione, fa previsioni del tempo mirate alla prevenzione dei gravi infortuni sul lavoro per i lavoratori che operano all'aperto quali agricoltori, edili, agenti di commercio ecc. e anche in itinere. Questi lavoratori, spesso rischiano la vita quando vanno o tornano dal lavoro: a causa di turni pesanti in orari dove si dovrebbe dormire. In questi casi le condizioni del tempo sono determinanti. I grafici elaborati col materiale raccolto nel corso di questi 4 anni e le condizioni meteorologiche danno una situazione abbastanza chiara e attendibile sui rischi che si corrono. Oltre le previsioni del tempo, sempre utili per tutti i lavoratori, il blog segnala quali sono le province più a rischio, situazione che si verifica in particolari condizioni atmosferiche. Nei mesi estivi tutto il Paese ha un rischio molto elevato, ma in alcune giornate i rischi sono maggiori. Molto pericolosi i giorni successivi a periodi persistenti di maltempo. I lavoratori che operano all'aperto, o che sono sulle strade nelle province evidenziate nelle giornate a "RISCHIO " dovrebbero prestare la massima attenzione.