Cristo operaio

Cristo operaio
Scultura in terracotta dipinta: Cristo operaio ucciso dal consumismo 1987

Associazione Nazionale Familiari delle vittime sul lavoro

Cari amici, abbiamo deciso d'aprire una sezione dedicata

ai familiari delle vittime sul lavoro che spero sia utile a far comprendere e a sensibilizzare le persone contro questa autentica piaga sociale delle morti sul lavoro. Un grazie di Cuore a Graziella Marota che ha trovato la forza per impegnarsi in questa Associazione.

Oggi il valore assoluto in questa società è il DIO PROFITTO e non la VITA UMANA .

Andrea aveva solo 23 anni, amava la vita e il lavoro. Un ragazzo bello come il sole, calmo come il mare d’estate, d’indole fin troppo buona, aveva sempre un sorriso per tutti e cercava di aiutare i più deboli.

Andrea lavorava nello stabilimento Asoplast di Ortezzano (A.P.), azienda dell’indotto Merloni con un centinaio di operai, florida e moderna come poche, specializzata nello stampaggio di materiali in propilene, PVC e tampografia. Peccato che Andrea in quello stabilimento così moderno è morto a soli 23 anni il 20-06-2006 mentre stava lavorando alla Mag 1000, una macchina tampografica che imprime icone colorate sui frontalini di elettrodomestici, la testa colpita da due tamponi capaci di spezzargli l’osso del collo nello schianto minimo di pochi secondi. L’hanno trovato così, sgomenti, gli altri operai, in una pozza di sangue che usciva copioso da un orecchio.

Un lavoro da operaio semplice, un ragazzo senza troppi grilli per la testa, indomito suonatore di chitarra, leader del gruppo Nervous Breakdown.

Un lavoro eseguito per un misero stipendio e la sicurezza un optional; quella macchina tampografica era una macchina killer, non aveva i giusti sistemi di sicurezza e l’unico presente era stato rimosso per velocizzare la produzione.

Vengono definite “Morti Bianche” e non si capisce il perché. Queste morti hanno variegati colori: rosso, come il sangue che sgorga dalle ferite profonde,nerocome il buio e il dolore in cui piombano i familiari che restano e oro, come il denaro accumulato dagli imprenditori che giocano con la vita della classe più debole.

Queste morti non sono mai incidenti, sono frutto dell’avidità di chi rifiuta di rispettare le norme sulla sicurezza e sono frutto del disprezzo per la vita, la vita degli operai naturalmente, la vita di chi è costretto a lavorare anche 10-12 ore al giorno su di una impalcatura senza protezione o di chi deve manovrare macchinari con sistemi di sicurezza disabilitati per aumentare la produzione.

Oggi il valore assoluto in questa società è il DIO PROFITTO e non la VITA UMANA in quanto un operaio è considerato solo un numero che può essere facilmente sostituibile.

Mi hanno strappato un figlio nel fiore degli anni e per una mamma è il dolore più atroce che possa provare nella vita.

In casa ora regnano il vuoto , un silenzio assordante e, ogni tanto, guardo la porta d’ingresso sperando che si apra e Andrea torni a casa come sempre. Ma la realtà è cruda e capisci che tutto ciò non sarà mai più possibile perché quel figlio che hai tanto amato e cresciuto, se ne è andato per sempre.

Quando si prende coscienza di questo il cuore si lacera sempre di più!

Spero vivamente che questa guerra termini perché la statistica dice che muore un operaio ogni sette ore.

E’ inaccettabile che una persona parta al mattino per andare a lavorare e non faccia più ritorno a casa.

L'Inail, come ogni anno, dirama il suo Rapporto Annuale sugli infortuni e le morti sul lavoro e ,per l'anno 2010 ci comunica, che per la prima volta le morti sul lavoro sono scese a 980, quindi sotto quota mille, con un calo del 6,9% rispetto alle 1053 del 2009:quindi i commenti da più parti sono positivi….ma nessuno si rende conto che i dati sono sottostimati perché molti infortuni non vengono denunciati perché lavorano in nero e quindi non sapremmo mai il nome di questi sconosciuti…..quindi per valutare i veri dati statistici bisogna far riferimento all’Osservatorio Indipendente di Bologna dove la situazione è completamente diversa da quella che ci prospetta l’Inail.Vorrei inoltre ricordare che i nostri cari non sono numeri ma persone con i loro affetti, la voglia di vivere e soprattutto hanno una famiglia che cade nella disperazione più profonda e nessuno si preoccupa di dare un sostegno…un aiuto…si cade nel baratro più profonda della disperazione!!!

Per questi motivi, chiedo ai familiari di tutte le vittime sul lavoro di unirci e collaborare per poter dare voce ai nostri cari e per far sì che tutto questo sangue non scorra più! L’unione fa la forza quindi cerchiamo di formare questa rete on- line per poter ottenere anche dei piccoli risultati….insieme ce la possiamo fare.

Tutto ciò è possibile grazie a Carlo Soricelli che gestisce con molta dedizione l’Osservatorio Indipendente di Bologna.

Portiamo avanti questa battaglia sulla sicurezza nei luoghi di lavoro affinchè tragedie come le nostre non si ripetano più!!

Graziella Marota, mamma di Andrea Gagliardoni.

Previsioni del tempo mirate alla prevenzione di infortuni sul lavoro.

Blog di previsioni del tempo giornaliere mirate alla prevenzione di gravi infortuni sul lavoro, con il livello di rischio per ogni provincia italiana

http://prevenzionemeteo.blogspot.it/

Oltre alle normali previsioni è evidenziato il livello di rischio per i lavoratori che operano all'aperto, per chi lavora sulle strade o è in itinere

giovedì 1 settembre 2011

Morti sul lavoro nei primi otto mesi del 2011


Morti sul lavoro dall'inizio dell'anno al 31 agosto

Osservatorio Indipendente di Bologna sulle morti per infortuni sul lavoro

Dall'inizio dell'anno ci sono stati 428 morti per infortuni sui luoghi di lavoro, ma si arriva a contarne oltre 750 se si aggiungono i lavoratori deceduti sulle strade e in itinere. Erano 371 sui luoghi di lavoro il 31 agosto del 2010, l'aumento è del 13,30%.
L’agricoltura ha già avuto 137 morti e registra il 32% di tutti i decessi sui luoghi di lavoro. Gli agricoltori, come tutti gli anni, muoiono per la maggioranza in tarda età, schiacciati da trattori killer spesso senza protezioni che si ribaltano. Dall'inizio dell'anno, solo sui campi, sono già 90 i morti provocati da questa autentica bara in movimento. Da soli gli agricoltori schiacciati dal trattore sono il 21% di tutti i morti sul lavoro. Poi a questo terrificante numero di vittime occorre aggiungerne altre tra le persone che incautamente sono a bordo del trattore con il guidatore: poi ci sono altri morti sulle strade, quando il mezzo si scontra con automobilisti e motociclisti. Di queste vittime la maggioranza ha oltre 65 anni. Spesso questi anziani non sono in buono stato di salute per guidare un mezzo così pericoloso in un territorio in pendenza come quello italiano. Diverse vittime hanno addirittura oltre ottanta anni. A morire nell’indifferenza generale sono i nostri padri e i nostri nonni. I morti sui luoghi di lavoro con oltre 65 anni sono quasi un terzo di tutte le vittime sul lavoro e moltissimi lavorano nell'agricoltura. Per salvare molte vite, sarebbe opportuno obbligare ad intervenire sulla cabina del trattore, in modo tale da non permettere al guidatore di essere sbalzato fuori in caso di manovra errata. Sarebbe opportuno sottoporre gli anziani agricoltori anche ad una visita medica d'idoneità alla guida, anche se si guida il mezzo in terreni di proprietà. Con queste misure tantissimi familiari di agricoltori non piangerebbero più la morte di un proprio caro.
L’edilizia ha già avuto dall'inizio dell'anno 116 vittime sui luoghi di lavoro e rappresenta il 27,1% sul totale, le morti in edilizia sono dovute soprattutto a cadute dall'alto. Le vittime sono per la maggior parte giovani edili meridionali e stranieri anche nei cantieri del nord
Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sono 47 con il 11,45% sul totale. I romeni sono oltre il 40% tutti i morti sui luoghi di lavoro tra gli stranieri
L’industria ha già avuto 42 morti con il 9,6%.
L’autotrasporto 30 con l' 8,4% . i giovani militari morti in Afghanistan sono già 6 dall'inizio dell'anno e 41 dall'inizio della missione.
Le regioni in testa a questa triste classifica per numero assoluto di morti è la Lombardia con 49 vittime sui luoghi di lavoro. La provincia di Brescia è ad oggi, come l'anno scorso (21 morti) la prima in Italia in questo triste primato. Un andamento molto peggiore della provincia di Milano che ha moltissimi abitanti in più e che registra 11 morti. Occorre ricordare che però la Lombardia ha più del doppio degli abitanti di qualsiasi altra regione italiana. E questo, a nostro parere, è l'unico parametro valido per valutare correttamente l'andamento di una regione. Resta l'anomalia di Brescia che inspiegabilmente ha tantissime vittime sui luoghi di lavoro.
La Regione Emilia Romagna con 35 morti risulta purtroppo prima in questa triste classifica come numero di morti in rapporto agli abitanti (Provincia di Bologna 8).
La Sicilia con 34 morti risulta dopo l'Emilia Romagna seconda in rapporto al numero di abitanti. Ragusa e Catania 7 morti, Messina e Trapani 5.
Il Veneto, con 31 morti, come l'anno scorso si sta confermando tra le grandi regioni, una di quelle con il più alto numero di morti sui luoghi di lavoro. Le province di Padova, Vicenza, Venezia e Rovigo hanno ciascuna 5 morti
Nonostante la terribile tragedia della Thyssen e dopo un calo costante delle vittime che si registrava da quel tragico evento, anche la provincia di Torino ha già 10 morti sui luoghi di lavoro e il Piemonte 29: il Piemonte ha già superato il numero di vittime dell’intero 2010 (28 morti).
Anche la Toscana, una delle regioni che ha avuto negli ultimi anni un andamento molto positivo rispetto alle altre, sta avendo quest'anno un numero consistente di vittime, già 28 contro le 29 dell’intero 2010.
Peggioramento anche nella Regione Lazio che ha avuto moltissimi morti in pochi giorni, le vittime sono diventate 26. Anche la Provincia di Roma dopo un andamento molto positivo, registra un aumento dei morti sui luoghi di lavoro, sono 8 dall'inizio dell'anno contro le 20 dell’intero 2010.
Le province di Bolzano 11 morti, Chieti 9, Savona, Napoli, Latina e Lecce 7 morti. L'Aquila e Bari 5
In agosto ci sono stati 49 morti solo sui luoghi di lavoro, a luglio 53 morti, a giugno 57, a maggio 51 e in aprile 45. Moltissimi morti sono dovuti alle condizioni climatiche, soprattutto per le categorie che svolgono i lavori all'aperto quali l'edilizia, l'agricoltura, la manutenzione stradale, l'autotrasporto ecc... per queste categorie con un po’ di buona volontà da parte di tutti è possibile riuscire ad incidere sul fenomeno aumentando la prevenzione ed allarmando le categorie quando ci sono maggiori rischi legate alle condizioni del tempo. E’ già possibile sapere con alcuni giorni d’anticipo quando potrebbe esserci, in determinate province, un aumento delle vittime per questi lavoratori, ed è per questo che siamo a segnalarvi un blog di Meteorologia http://www.prevenzionemeteo.blogspot.com/ che, con la nostra collaborazione, fa previsioni del tempo mirate alla prevenzione dei gravi infortuni sul lavoro per i lavoratori che operano all'aperto, e anche per l'itinere. Questi lavoratori, spesso rischiano la vita quando vanno o tornano dal lavoro: a causa di turni pesanti in orari dove si dovrebbe dormire. In questi casi le condizioni del tempo sono determinanti. I grafici elaborati col materiale raccolto nel corso di questi 4 anni e le condizioni meteorologiche danno una situazione abbastanza chiara e attendibile sui rischi che si corrono. Oltre le previsioni del tempo, sempre utili per tutti i lavoratori, il blog segnala quali sono le province più a rischio, situazione che si verifica in particolari condizioni atmosferiche. Nei mesi estivi tutto il Paese ha un rischio molto elevato, ma in alcune giornate i rischi sono maggiori. Molto pericolosi i giorni successivi a periodi persistenti di maltempo. I lavoratori che operano all'aperto, o che sono sulle strade nelle province evidenziate nelle giornate ad ALTO RISCHIO, debbono prestare la massima attenzione nei giorni segnalati.



Carlo Soricelli